Il dolore di oggi fa parte della felicità di ieri
"Viaggio in Inghilterra", 1993
"Viaggio in Inghilterra", 1993
Cosa accade dentro di noi quando perdiamo chi abbiamo profondamente amato?I sentimenti del lutto
Shock e ottundimento: sono reazioni alla notizia del decesso o di una separazione/ abbandono caratterizzate da uno stato di incredulità e negazione, anche quando la morte è frutto di una malattia prolungata, o il termine di una relazione conflittuale. Si tratta di un fenomeno di rimozione che di solito dura poche ore o al massimo qualche giorno e svanisce man mano che si moltiplicano le occasioni per parlare della perdita con altre persone. Parlarne rende infatti l’evento reale. Agitazione e nostalgia: man mano che l’ottundimento iniziale scompare, è possibile che compaiano ansia, agitazione e desiderio di vedere la persona perduta, tali da interferire con la capacità di concentrarsi. La persona è presente anche nel sonno attraverso i sogni. Le reazioni a questo fenomeno sono individuali: alcuni lo trovano disturbante, altri invece trovano un conforto paradossale in questa presenza. Rabbia: è un sentimento comune. La rabbia può essere rivolta contro il destino, contro chi ci ha traditi o abbandonati e talvolta anche contro la persona che è mancata (e che se ne è andata troppo presto) oppure contro i curanti che non sono stati capaci di salvarla. Un po’ di rabbia è normale e salutare, ma se perdura nel tempo è meglio chiedere l’aiuto di un professionista. Tristezza e depressione: sono spesso i sentimenti dominanti nel tempo, ma non sono presenti in egual modo in tutti. L’intensità della tristezza non è una misura di quanto si è voluto bene a chi non c’è più, ma dipende dal modo con cui ciascuno di noi reagisce. È normale essere depressi per qualche mese dopo una grave perdita, ma se la depressione diventa cronica è meglio chiedere aiuto a un medico o a uno psicologo. Vuoto: c’è chi sente di aver perso una parte di se stesso. Questo vuoto può sparire con il tempo o, almeno, attenuarsi. Accettazione: la fase di accettazione non corrisponde a un ritorno alla normalità precedente la perdita. Le persone col tempo si adattano alla nuova realtà, anche se la tristezza legata al ricordo della persona deceduta non scompare mai del tutto. «Tutto quello che ho perduto, i miei maestri, gli amici che hanno tradito, gli amori che mi hanno abbandonato o che ho distrutto o che mi hanno abbandonato perché ho distrutto, i grandi ideali della mia giovinezza, le letture che mi hanno formato, i ricordi lontani della mia infanzia, i suoi profumi, i suoi colori, ma anche la sua pelle, il suo volto, la sua voce, le mattine, le sere, il suono del mare e quello della pioggia che batteva sul tetto della baita dove ci rifugiavamo, le calle bianche nel giardino della casa di campagna, il suo abbraccio fraterno, i suoi fogli sparsi sulla cattedra, i suoi gesti mentre faceva lezione, le sue canzoni, i suoi occhi azzurri su di me, il suo bacio di addio, la prima notte dell’amore, la sabbia sotto i piedi, la prima volta che ho visto Parigi, il suo profumo di mimosa, la ferita al cuore, il suo atroce tradimento… tutto resta con me. Tutto è morto ma resta ancora vivo in me. È morto e vivo insieme. E sono grato a tutto… Vorrei solo poterlo vivere ancora una volta, ancora milioni di volte. Il bene come il male. La gioia come il dolore. Eternamente. Come la luce delle stelle morte».
Massimo Recalcati, La luce delle stelle morte, Feltrinelli, 2022 Quale lavoro ci attende per ritornare a vivere?1. Accetta di essere sconvolto. Quando apprendi la notizia della scomparsa di una persona cara, puoi subire uno shock. La mente e il corpo si bloccano nel tentativo di evitare di essere sopraffatti completamente. Potresti essere incredulo di fronte alla morte. Ciò è normale.
2. Accetta il rifiuto. Il rifiuto è la modalità con cui il corpo e la mente spesso reagiscono allo shock di una perdita e ci permette di non essere assaliti da tutte le emozioni e le reazioni fisiche causate da un’esperienza devastante. Potresti stentare a credere che la persona amata sia scomparsa, però lentamente ti ritroverai ad accettare la realtà dei fatti. Se continui a ripeterti “Questo non può succedere a me”, stai sperimentando il rifiuto. Lentamente riuscirai a venire a termini con ciò che è successo e a superare questa dura prova. 3. Sappi che potresti essere arrabbiata con il tuo Dio, con i medici e perfino con te stesso, perché credi di non aver fatto abbastanza per evitare la perdita. La rabbia è un’emozione facilmente riconoscibile ed è più semplice da controllare rispetto ad altre emozioni. Essa può essere diretta verso una determinata persona, un evento o un oggetto. È importante riconoscere che la rabbia scaturisce dal lutto e che stai canalizzando il dolore verso qualcosa di più tangibile. Potresti anche sentirti in colpa, particolarmente quando riconosci di essere arrabbiato con qualcuno che non ha alcuna responsabilità per quanto è accaduto. Potresti anche essere arrabbiato perché ti senti colpevole. Sappi soltanto che questi sentimenti si placheranno man mano che elaborerai il tuo lutto. 4. Sappi che a un certo punto potresti trovarti di fronte a strani meccanismi del pensiero, iniziando a pensare a che cosa sarebbe accaduto se i fatti si fossero svolti diversamente e che cosa saresti disposto a fare per cambiare il corso degli eventi. Potresti ritrovarti a pensare “Non litigherei mai più con mio marito se soltanto ritornasse da me”. In tal caso confrontati con qualcuno, distraiti, o semplicemente ricordati che hai fatto tutto ciò che era nelle tue possibilità. 5. Permetti a te stesso di essere molto triste. Potresti ritrovarti a piangere per tutto il tempo oppure a riflettere spesso su ciò che è successo. Potresti sentirti vuoto o depresso. Come accade per qualsiasi altra emozione, anche la tristezza si placherà, sebbene sia naturale ricordare la persona estinta e sentirsi tristi, anche a distanza di molti anni. L’elaborazione del lutto è differente dal lutto complicato o dalla depressione clinica. Perfino durante il processo di elaborazione del lutto riuscirai a sorridere e a tenerti su di morale, anche se soltanto per un attimo. Continuerai a vivere la tua vita, nonostante la tua sofferenza. Se sei clinicamente depressa oppure stai sperimentando il lutto complicato, non riuscirai a trarre la benché minima gioia da qualsiasi cosa, anche a distanza di tempo. Non sarai in grado di accettare la perdita e di svolgere le normali attività quotidiane e pertanto ti sentirai disperato. 6. Cerca l’accettazione dentro di te. Accettazione non significa essere ‘felice’ per quello che è successo, ma semplicemente accettare la situazione. Andrai avanti e ti godrai la vita, pur sapendo di non avere più accanto la persona o la cosa che amavi. Inizierai a fare progetti, a guardare al futuro e a ritrovare il senso di pace interiore. Potresti avvertire un senso di colpa perché stai andando avanti con la tua vita, ma sappi che la persona estinta vuole che tu sia felice ed è contenta della vita che conduci. |
Cosa segnala che il lavoro del lutto è finito?
Ogni lavoro del lutto è interminabile e porta con sé una incompiutezza strutturale. Non esiste un lutto senza resto. L’operazione si conclude quando c’è “effetto di alleggerimento” e la vita ritorna a vivere. Nietzsche sottolinea il carattere atroce e necessario del lavoro del lutto. Nell'immagine del funambolo presente nei primi capitoli di “Così parlò Zarathustra” egli vive la sua vita nel continuo pericolo di cadere. Zarathustra-Nietzsche osserva con ammirazione la sua maestria di spiegarsi sulla corda tesa nel vuoto. A un certo punto l'apparizione di un pagliaccio fa venire meno l'equilibrio precario dell'acrobata, facendolo schiantare al suolo. L'irruzione del pagliaccio incarna la presenza dell'imprevedibile, dell'ingovernabilità, dell'eccesso che non può mai essere scongiurata. Il funambolo che precipita é dunque il simbolo dell'impossibilità di vivere appieno l'esistenza senza contemplare il rischio del fallimento e dello smarrimento. "Precipitò in basso, in un mulinello di braccia e di gambe": il destino dell'acrobata è in irrimediabilmente segnato e assomiglia a quello che in diverse occasioni tutti noi abbiamo sperimentato. Zarathustra si inginocchia davanti al suo corpo sfracellato in un gesto di profonda intimità offrendosi di seppellirlo con le proprie mani. Non abbandona il cadavere, ma, come accade anche all'Antigone di Sofocle nei confronti del fratello morto in battaglia, resta presso il morto. Nietzsche-Zarathustra s'incarica del difficile lavoro che precede, accompagna e solitamente segue ogni sepoltura. Il cammino di Zarathustra nel buio della foresta e della notte, con il cadavere del funambolo sulle spalle, è una potente immagine del lavoro del lutto. Del resto accade forse sempre così. Noi portiamo sulle nostre spalle chi abbiamo amato ed è caduto. Noi siamo ciò che siamo, in virtù delle innumerevoli perdite che abbiamo attraversato. Mentre la folla che assisteva allo spettacolo del funambolo si disperde rapidamente allontanandosi dal luogo della tragedia, Zarathustra sa che il lavoro del lutto è un lavoro che esige una prossimità al morto. È un lavoro solitario che non può essere fatto da una massa. Egli conosce bene la pena necessaria che esso comporta. Ma se si vuole riattivare la vita si deve sempre dare sepoltura simbolica alle ombre del nostro passato. Non per cancellarle dalla nostra esistenza, ma per incorporare la loro esistenza nella nostra senza che questo processo generi un'idealizzazione melanconica. Nietzsche lo descrive dicendo che Zarathustra attraversa di notte un bosco fitto, senza luce, con sulle spalle il corpo morto dell’acrobata. Alla fine del cammino nel bosco troverà il vento di primavera. Il vento australe, quello che scioglie i ghiacci. Abbraccia le tue emozioni.
Per iniziare il processo di guarigione devi prima accettare le tue emozioni. Se non le esternerai, sarai ancora più infelice, sebbene esteriormente potrebbe sembrare che tu stia bene. Invece di fingere di stare bene, lasciati andare a tutte le emozioni associate a una grave perdita – tristezza, rabbia, senso di colpa, paura. Alla fine riuscirai a dare un senso a ciò che è successo. Concediti un po’ di tempo per essere semplicemente te stesso. Sebbene tu debba agire in un certo modo in presenza degli altri, ogni giorno lasciati andare alle tue emozioni, semplicemente mettendoti a piangere oppure a riflettere. Fallo in un posto intimo dove puoi veramente sentirti libera. Esprimi i tuoi sentimenti attraverso un mezzo tangibile. La scelta della modalità spetta a te, ma è importante trasferire le tue emozioni in qualcosa di concreto che puoi vedere e toccare. In questo modo darai un senso alla tua esperienza negativa e riuscirai a realizzare qualcosa di produttivo. Potresti creare un album ricordo con le foto della persona estinta, scrivere un diario, dipingere un quadro o realizzare una scultura che esprima i tuoi sentimenti, oppure svolgere un’altra attività, come fare volontariato presso l’organizzazione a cui la persona estinta era particolarmente legata. Anche i rituali personali possono aiutarti a elaborare il tuo lutto. Sebbene siamo abituati ai riti pubblici come i funerali, è stato ampiamente dimostrato che praticare una ritualità personale sia altrettanto importante per esprimere ed elaborare il dolore. Potresti riscoprire che riportando alla mente un ricordo della persona amata, come la sua canzone preferita, riesci a stabilire un legame con il defunto e a creare una nuova modalità di comunicazione. Le attività manuali, come mettere per iscritto i tuoi sentimenti e dopo strappare o bruciare il foglio, potrebbero essere utili. Dedicati a quelle cose che pensi possano permetterti di esprimere il dolore in maniera costruttiva. Il dolore appartiene a te. Nessuno può sapere esattamente come ti senti o che cosa provi, perché ognuno elabora il suo lutto in maniera personale. Se qualcuno ti dice che “dovresti” sentirti in un modo piuttosto che in un altro, non lasciarti condizionare. Sappi soltanto che quel qualcuno sta cercando di aiutarti, pertanto non soffocare le tue emozioni. Il pianto è un ottimo esempio. Molte persone ritengono che piangere sia il modo migliore per esprimere il dolore e che alla fine si debba smettere di piangere. Quando ne senti la necessità, piangi. Riuscirai ad alleviare la tensione e a sentirti meglio fisicamente. Tuttavia è importante ricordare che alcune persone non manifestano il loro dolore attraverso le lacrime. È anche essenziale dire che non esiste il momento giusto per piangere. Potresti piangere per molti anni successivi alla perdita e anche ciò è normalissimo. Anche cercare di sforzarti di sentirti in una certa maniera, perché pensi che dovresti adeguarti a degli schemi, è inutile. Lasciati andare alle tue emozioni, anche se non sono quelle che ti saresti aspettata o temi il giudizio degli altri. Non trascurare la tua salute fisica. Sebbene spesso pensiamo che il lutto riguardi soltanto la sfera emotiva, il dolore può provocare anche cambiamenti fisici. L’inappetenza, l’insonnia e l’abbassamento delle difese immunitarie sono tutte reazioni fisiche al dolore. Per combattere questi effetti ricordati di mangiare in modo sano (anche se non hai fame), praticare attività fisica e dormire a sufficienza. Quando ci prendiamo cura del nostro corpo, miglioriamo il nostro stato emotivo e psicologico.[ Cerca di seguire una dieta sana e bilanciata a base di frutta e verdura fresca, cereali integrali e proteine a basso contenuto di grassi. L’assunzione di vitamine B12 e D, selenio e acidi grassi omega 3 possono aiutarti ad alleviare la sensazione di ansia e tristezza. Evita gli alimenti elaborati e ricchi di zuccheri, perché contribuiscono ad aumentare il rischio di depressione. Evita anche il consumo eccessivo di caffeina che tendenzialmente peggiora i sintomi di ansia e depressione. Pratica almeno 30 minuti di attività fisica moderata ogni giorno. Numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico contribuisce ad alleviare i sintomi di ansia e depressione. Cerca di andare a letto e di svegliarti alla stessa ora ogni giorno. Le tecniche di visualizzazione e la meditazione possono aiutarti a combattere l’insonnia. Evita di fare uso di droghe o alcol per cercare di affrontare il tuo lutto. Abusare di sostanze, incluso il cibo, per superare la sofferenza, è un comportamento abbastanza comune, ma è importante evitarlo. Il consumo eccessivo di alcolici è una reazione alla sofferenza leggermente più comune negli uomini rispetto che alle donne. L’alcol è un tranquillante che può provocare sintomi di depressione e ansia. Interferisce anche con la fase REM del sonno e può influenzare la tua capacità di giudizio e il tuo umore. Se ritieni di avere problemi di alcolismo puoi rivolgerti a un centro specializzato. Il tuo medico potrebbe prescriverti dei farmaci per affrontare i sintomi della sofferenza, come la depressione. Attieniti alla posologia indicata, evita le droghe e le altre sostanze stupefacenti, perché peggiorano lo stato d’ansia e potrebbero compromettere la tua capacità di giudizio. Le esperienze di lutto e trauma potrebbero scatenare disturbi alimentari in alcune persone. Se ti senti incapace di controllare i tuoi comportamenti alimentari, oppure vuoi controllarli in maniera eccessiva, rivolgiti a uno psicoterapeuta. Dedicati alle attività che preferisci. Un buon sistema per tirarti su di morale è fare ciò che ti piace e tenerti occupato. Quando impieghi le tue energie in un progetto che ti appassiona, come l’arte oppure l’escursionismo, aumenta il livello di serotonina, l’ormone del buon umore. Inoltre riesci a distrarti e a canalizzare le tue energie verso qualcosa di diverso dal dolore. Potresti anche valutare l’idea di coltivare una passione che stava particolarmente a cuore alla persona estinta, sempre se ritieni che possa aiutarti, anziché provocarti dolore. Ciò potrebbe farti sentire più vicino alla persona amata. Tuttavia, se il dedicarti a questa attività suscita soltanto tristezza, prova con qualcos’altro. Preparati ad affrontare alcune situazioni che potrebbero fare riemergere il tuo dolore, come le festività, i compleanni e altri avvenimenti importanti. Anche alcuni luoghi e oggetti, come un fiore particolare, possono provocare dolore. Tutto ciò è normale, ma è importante elaborare delle strategie, come apportare dei cambiamenti alla propria routine, oppure tenere sempre una scusa pronta per evitare un determinato posto. Per esempio:
|