L'ansia - o il fanatismo del peggio
(Emil Cioran)
(Emil Cioran)
E' normale provare ansia?L’ ansia è l’emozione provata di fronte a una sensazione di minaccia reale (es. minaccia alla persona) o figurata (es. minaccia all’autostima).
È una risposta normale e innata di attivazione, caratterizzata da un aumento della vigilanza e dell’attenzione che ha l’obiettivo di prepararci ad affrontare il pericolo percepito predisponendoci a una risposta di attacco o fuga. L’ansia può essere fisiologica oppure patologica. L’ansia fisiologica ci prepara ad affrontare in maniera adattiva una possibile situazione difficile mentre l’ansia patologica è disfunzionale perché, essendo persistente e intensa, interferisce con la nostra prestazione, e può essere associata a eventi neutri, che non sono realmente pericolosi. |
“Quasi la metà di tutte le nostre angosce e le nostre ansie derivano dalla nostra preoccupazione per l'opinione altrui.” Arthur Schopenhauer |
Quanti tipi di ansia ci sono?I più comuni tipi di disturbo d’ansia sono:
Il disturbo d’ansia sociale: è caratterizzato da ansia forte relativa a una o più situazioni sociali in cui l’individuo è esposto al possibile giudizio degli altri e teme di mostrarsi imbarazzato, apparire ridicolo e incapace Il disturbo di panico: si caratterizza per la presenza di attacchi di panico. Un attacco di panico, più intenso degli attacchi d’ansia, si manifesta senza che ci sia un pericolo reale ed è sintomo di uno stato d’ansia molto forte. Il disturbo di panico può essere associato anche ai disturbi di personalità come il disturbo borderline. La fobia specifica: è l’ansia estrema per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia, ma che la persona vive come tale. Le persone che presentano fobie sono consapevoli dell’irrazionalità della propria paura, ma non riescono a controllarla. Il disturbo d'ansia per la salute (noto anche come ipocondria o cybercondria): si caratterizza per la presenza di forti preoccupazioni per la propria salute, in assenza di una patologia medica accertata. Il disturbo d’ansia generalizzata: si caratterizza per stati di ansia costanti, che causano preoccupazioni sproporzionate in diversi ambiti di vita. Questo disturbo d’ansia non è determinato da una situazione o uno stimolo specifico, ma è esteso a vari aspetti della propria vita. |
L'attacco di panico è un evento capace di far provare angoscia e annientare le capacità razionali, sconvolgendo la mente di chi ne è vittima.
Spesso l’esordio è improvviso e passa pochissimo tempo dai primi sintomi precursori (sensazioni psicofisiche) all’attacco vero e proprio, quando la persona teme di morire o di impazzire. Le sensazioni sono particolarmente estreme: si ha spesso una sensazione di soffocamento e una costrizione toracica nella zona del pericardio, sudori freddi, iperventilazione, tachicardia, tremori, vertigine, apnea,dispnea ecc..( è possibile in realtà tutta la sintomatologia del disturbo d’ansia ). A causa della forte paura il cuore accelera i battiti, da 90 a circa 150 al minuto (tachicardia), infatti il soggetto spesso teme un infarto e si reca al Pronto Soccorso. La diagnosi differenziale è comunque abbastanza facile in una struttura che abbia la possibilità di fare un ECG (elettrocardiogramma). Se il soggetto viene sottoposto a questo esame le evidenze risulteranno negative; il cuore risulterà sano e la remissione dei sintomi sarà abbastanza rapida. La caratteristica essenziale di un attacco di panico è la presenza di una paura intensa in assenza di un reale pericolo e la presenza di sintomi come tremore, intensa sudorazione, palpitazioni, paura di impazzire, di perdere il controllo e di morire. L’attacco si presenta in modo improvviso e la sua intensità cresce rapidamente (10 minuti o meno), nella maggior parte dei casi chi soffre di attacchi di panico soffre anche di agorafobia, ovvero della paura di essere intrappolati in un luogo o in una situazione nei quali la fuga può essere difficile; di conseguenza l’individuo evita una serie di situazioni come uscire di casa da soli, stare in casa da soli, essere tra la folla, viaggiare in automobile o in aeroplano oppure salire in ascensore. L’evitamento di queste situazioni può compromettere la capacità della persona di recarsi al lavoro o di svolgere attività della propria vita quotidiana. Questo disturbo è sempre esistito, negli ultimi anni è però diventato sempre più invasivo e, soprattutto, è cresciuto molto nella popolazione più giovane (16-25 anni). Una ricerca statunitense di qualche anno fa affermava che più del 30% di coloro che si rivolgono a uno studio medico, presso il medico di famiglia o il poliambulatorio, soffrono di disturbi d’ansia. |
Quali strumenti per gestire l'ansia? |
L'ansia può essere trattata con la psicoterapia, con la terapia farmacologica o con una combinazione dalle due.
E’ necessaria una cura quando l’ansia e i suoi sintomi compaiono spesso e per periodi prolungati, quando hanno un’intensità eccessiva rispetto alla situazione e sono vissuti con molto anticipo rispetto all’evento temuto come un esame o un impegno di lavoro (è il caso dell’ansia anticipatoria) e, in generale, quando si prova ansia in situazioni che la maggior parte delle persone affronta senza particolare disagio. Inoltre, se le scelte di vita (sia nella quotidianità sia in tempi più lunghi) sono condizionate dall’evitare situazioni di ansia è opportuno valutare un intervento terapeutico specifico. Circa una persona ogni dieci soffre di una problematica d’ansia. Il Training Autogeno (TA) è una tecnica di rilassamento-desensibilizzazione, con la quale è possibile ottenere reazioni psicofisiche misurabili, utilizzata soprattutto per il trattamento di ansia, depressione e reazioni psicosomatiche incontrollate. Fu sviluppato dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz e venne divulgato per la prima volta nel 1932. Studiando le risposte psicosomatiche di alcuni soggetti immersi in uno stato ipnotico, J.H. Schultz notò che a certe sensazioni si associano precisi cambiamenti fisiologici nell'organismo. Il Training Autogeno prevede la ripetizione (inizialmente guidata, poi autonoma) di visualizzazioni mentali responsabili dell'induzione di rilassamento psicofisico. Si basa sulla concentrazione passiva delle percezioni corporee (ad es pesantezza e calore delle braccia, delle gambe ecc.), ulteriormente facilitata dall'auto-suggestione. La caratteristica principale del training autogeno che lo differenzia, ad esempio, dall'ipnosi, è di rendere il paziente autonomo e quindi operatore indipendente. Il Training Autogeno viene utilizzato soprattutto per migliorare la gestione emotiva; in ambito clinico è utile per alleviare certi disturbi psicosomatici indotti dallo stress (qualunque sia la causa) e, in ambito sportivo, per migliorare l'approccio dell'atleta alla performance (soprattutto di gara). |