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quella zona di vita che ci fa da specchio


Cosa ci fa stare bene nella Zona Personale?

La zona personale richiede cuore.
Nella zona personale si sviluppano e si stabiliscono le amicizie, puoi mostrare chi sei senza che questo abbia nulla a che fare con le tue prestazioni.

Nella zona personale sei in sincronia quando ciò che fai ha un'importanza minore rispetto al fatto di farlo con qualcun altro.
Le gratificazioni della zona personale sono quelle in cui ti senti in relazione e libero con un'altra persona.

Nella zona personale sei in sincronia quando sei vulnerabile.
La vulnerabilità è il segno che ti dice che non devi fare niente, che non devi essere nessuno all'infuori di te stesso, per stare assieme a un'altra persona.

Una mamma che – per esperimento – smetta per qualche istante di essere “responsiva” (cioè di rimanere in relazione oculare e gestuale) con il bambino, assumendo una “faccia di bronzo” totalmente inespressiva, genera in lui un impressionante stato di crescente angoscia per la perdita del proprio riferimento, della “base sicura” di connessione.
Tutto recuperabile, non appena la mamma riprenda in tempi brevi a sorridere e parlargli. 
​
E' il celebre esperimento “STILL FACE”, ideato nel 1978 da Edward Tronick ed utilizzato per studiare la percezione che i bambini piccoli hanno delle persone, gli effetti della depressione materna sullo sviluppo infantile e molti altri aspetti che riguardano lo sviluppo sociale ed emotivo.
Ciò spiega molte cose, anche a livello adulto: non é tanto il contenuto dei messaggi che inviamo agli altri il fulcro del nostro bisogno comunicativo, quanto il fatto che qualcuno ci fornisca attenzione, e magari riscontro, sotto qualunque forma.

Cosa
ci fa stare male
​nella Zona Personale?

Cristian, da tre mesi in terapia a seguito di attacchi di panico, vive una situazione tremenda, “da impazzire”, come dice fissandomi con la pupilla dilatata dal terrore.
Uno stato di angoscia indescrivibile, quando arriva e lo prende, che lo sta costringendo ad evitare, cerchio dopo cerchio, tutti gli ambienti, le situazioni, addirittura le persone che gli ricordano “quel giorno”.
Adesso ha paura di tutto: del suo respiro, dei battiti del suo cuore. Teme di perderne il controllo, fino a morire. Da quella sera. La sera in cui, in discoteca a Jesolo, gli è “calata” male. 
Eppure la roba, anzi il “motorino” nel gergo del gruppo di amici, pareva della migliore qualità. 
Said, il marocchino, si era sempre rivelato un pusher affidabile e discreto. Si, un extracomunitario e clandestino, uno di quelli contro i quali dalla propria pagina Facebook Cristian si scagliava di continuo con parole grosse, denunciandone i “privilegi” e la disparità di trattamento rispetto agli italiani, come lui. 
In realtà, la “polvere” era quella di sempre. Anche il sitema neurovegetativo di Cristian stava reagendo come al solito. Adrenalina e cortisolo si attivano lungo il circuito ipotalamo-ipofisi-corteccia surrenale. Qualunque sia il tipo di emozione. 
Il gusto dipende dall'etichetta cognitiva con la quale il cervello la cataloga. E' una faccenda mentale, di “software”, non di “hardware”. 
Cristian, Rolex blue marine al polso e scarpe Prada, era la personificazione della paura.“Non mi riconosco più”, continuava a ripetermi. “Morirò davvero?” “Si può morire per un attacco di panico? Dimmi che non è vero. Puoi fare qualcosa per me? Ne uscirò? Ne uscirò? Aiutami, per favore...” 
L'attacco di panico è un evento capace di far provare angoscia e annientare le capacità razionali, sconvolgendo la mente di chi ne è vittima.
Spesso l’esordio è improvviso e passa pochissimo tempo dai primi sintomi precursori (sensazioni psicofisiche) all’attacco vero e proprio, quando la persona teme di morire o di impazzire. Le sensazioni sono particolarmente estreme: si ha spesso una sensazione di soffocamento e una costrizione toracica nella zona del pericardio, sudori freddi, iperventilazione, tachicardia, tremori, vertigine, apnea,dispnea ecc..( è possibile in realtà tutta la sintomatologia del disturbo d’ansia ).

A causa della forte paura il cuore accelera i battiti, da 90 a circa 150 al minuto (tachicardia), infatti il soggetto spesso teme un infarto e si reca al Pronto Soccorso.
La diagnosi differenziale è comunque abbastanza facile in una struttura che abbia la possibilità di fare un ECG (elettrocardiogramma). Se il soggetto viene sottoposto a questo esame le evidenze risulteranno negative; il cuore risulterà sano e la remissione dei sintomi sarà abbastanza rapida.

La caratteristica essenziale di un attacco di panico è la presenza di una paura intensa in assenza di un reale pericolo e la presenza di sintomi come tremore, intensa sudorazione, palpitazioni, paura di impazzire, di perdere il controllo e di morire.
L’attacco si presenta in modo improvviso e la sua intensità cresce rapidamente (10 minuti o meno), nella maggior parte dei casi chi soffre di attacchi di panico soffre anche di agorafobia, ovvero della paura di essere intrappolati in un luogo o in una situazione nei quali la fuga può essere difficile; di conseguenza l’individuo evita una serie di situazioni come uscire di casa da soli, stare in casa da soli, essere tra la folla, viaggiare in automobile o in aeroplano oppure salire in ascensore.
L’evitamento di queste situazioni può compromettere la capacità della persona di recarsi al lavoro o di svolgere attività della propria vita quotidiana.

Questo disturbo è sempre esistito, negli ultimi anni è però diventato sempre più invasivo e, soprattutto, è cresciuto molto nella popolazione più giovane (16-25 anni). Una ricerca statunitense di qualche anno fa affermava che più del 30% di coloro che si rivolgono a uno studio medico, presso il medico di famiglia o il poliambulatorio, soffrono di disturbi d’ansia.

Quali strumenti
​per vivere
meglio
​nella Zona Personale?

Molto spesso, quando non sappiamo di cosa abbiamo bisogno, cerchiamo soddisfazione risolvendo problemi. Non ci rendiamo conto che i problemi nascono esattamente nel momento in cui non stiamo soddisfacendo i nostri bisogni, che si collocano a quattro livelli:

1. fisico,
2. emotivo,
3. mentale,
4. spirituale o di significato.

Quando soddisfiamo i nostri bisogni, in modo che ciascuno di questi quattro livelli risulti integrato, buona parte dei nostri problemi spariscono.
Un esempio di questi bisogni nella Zona Personale potrebbe essere il seguente: 

a) bisogno di confidenza. Questo è il bisogno di relazioni interpersonali. Significa sapere che qualcuno è importante per te e che tu sei importante per qualcuno. Questo interesse non dipende in alcun modo da ciò che fai o dal tuo status.

b) il bisogno di condivisione. Hai bisogno di poter condividere quello che pensi senza essere giudicato. Questo richiede la capacità di aprirsi agli altri e di ascoltarli.

c) il bisogno di conoscenza di sé. Hai bisogno di sapere cosa provi e perchè, cosa sogni e cosa significano i tuoi sogni, di cosa hai paura e perchè, cosa desideri, quali sono i tuoi obiettivi e come raggiungerli, come funziona la tua mente e come puoi controllarla.
Questo significa capire a fondo la tua vita.

d) il bisogno di sentimenti e di emozioni. Hai bisogno di conoscere la differenza tra i tuoi sentimenti e le tue emozioni. Le emozioni sono reazioni simili a tempeste neurochimiche sulle quali puoi avere più o meno controllo, mentre i sentimenti ti danno una consapevolezza profonda delle tue sensazioni, dell'energia del tuo corpo e del piacere sessuale.

e) il bisogno di aiuto. Hai bisogno di sostegno, attenzione, carezze, comprensione e della motivazione che ti viene dal ricevere affetto dagli altri.

f) il bisogno di aiutare gli altri. Hai bisogno di dare sostegno, attenzione, carezze, comprensione e motivazione agli altri.

g) il bisogno di amici. Nella Zona Personale hai bisogno di persone che sanno cosa significa essere amici, persone di cui ti fidi e che si fidano di te. Hai bisogno di amici del tuo stesso sesso e dell'altro.


I casi clinici citati nelle pagine di questo sito sono rielaborazioni in forma non riconducibile ad alcuna identità specifica di pazienti seguiti in terapia
​e citazioni dal testo di R. Corriere e P. Mc Grady : "Sincronizzare la personalità. Autoconsapevolezza e crescita interiore", Edizioni Erickson, Trento

iscritto al numero 1825 Albo e Ordine degli Psicologi Regione Veneto
​autorizzazione all'esercizio dell'attività psicoterapeutica 10 marzo 1994 (art. 35 legge n. 56/1989)